domenica 29 maggio 2016

Polibio Fumagalli

Grande compositore, organista e pianista dell’Ottocento Italiano è Polibio Fumagalli.




Nasce a Inzago il 26 ottobre del 1830 e muore a Milano il 21 giugno del 1900.

Inizia gli studi con Medaglia, proseguendoli per il pianoforte con Angeleri al conservatorio di Milano, dove studia anche il flauto. Sono documentate alcune sue esibizioni come flautista; nel 1850 partecipa alle accademie del fratello Adolfo a Como il 13 e 27 ottobre e a Milano, ridotto della Scala, il 1° dicembre.
I fratelli Fumagalli

In quest'ultima occasione suona il suo terzetto brillante per flauto, oboe e clarinetto, con accompagnamento di pianoforte. Nel successivo 1851 prende parte il 6 settembre alla tradizionale accademia degli allievi del conservatorio, suonando una fantasia di C. Marcora per flauto, oboe, clarinetto e corno. Ancora nel 1851 una sinfonia "a piena orchestra", composta da Polibio per l'occasione, inaugura la terza parte del concerto dato al teatro dei Filodrammatici dal fratello Adolfo.
Teatro dei Filodrammatici a Milano

Diplomatosi nel 1852 in flauto e composizione, svolge nel corso del 1853 attività di organista e maestro di cappella a Vimercate, eseguendo sue composizioni di genere sacro. Il 12 marzo 1854 viene nominato maestro e organista della chiesa di S. Celso a Milano, mantenendo tale incarico fino al 1889. Negli anni successivi si dedica principalmente alla composizione, all'insegnamento privato e presso collegi ed educandati milanesi.
Nominato nel 1873 professore di organo al conservatorio di Milano, intensifica la sua attività nel campo della composizione organistica e di musica sacra, impegnandosi anche nel dibattito sull'organo italiano.

Sei marce originali per Organo

Marcia brillante

Toccata Organo
Inoltre effettua anche una serie di collaudi di organi di nuova costruzione: gli organi della parrocchiale di Inzago (1876), di S. Celso (1877), di S. Lorenzo a Milano (1884), della parrocchiale di Melegnano (1886), del santuario di Caravaggio (1888), della basilica di Treviglio (1890: Polibio esegue in questa occasione musiche di Bach, Beethoven, Schumann), di S. Bartolomeo (1891) e della Passione (1893) a Milano. Infine da inizio al concerto di inaugurazione del nuovo organo del conservatorio di Milano, il 23 genn. 1893, eseguendo il Preludio e fuga in do minore di J.S. Bach.
Nel 1890 ha modo di visitare Vienna, Praga, Dresda, Berlino, Lipsia, Monaco di Baviera, ed elabora una tabella descrittiva degli organi di diverse chiese e istituzioni, pubblicata sulla Gazzetta musicale di Milano il 23 nov. 1890.
Pur senza aderire del tutto alle istanze di riforma della musica sacra avanzate dal movimento ceciliano, Polibio sente la necessità, negli ultimi anni, di un rinnovamento della propria produzione sacra: ne sono testimonianza la Sonata per organo, Op. 253, presentata nel 1880 al concorso della Società del quartetto di Milano e revisionata nel 1881, modificando l'ultimo tempo "con una bella e chiara fuga" e la Messa a tre voci e organo, presentata all'Esposizione musicale di Milano del 1881. 


Analisi della creatività di Polibio

Tuttavia la successiva Messa a 4 voci, composta nel 1884 ed eseguita a S. Celso il 30 sett. 1885 per la ricorrenza del centenario del santuario, suscita aspre critiche da parte di G. Tebaldini, allora allievo di Polibio al conservatorio di Milano e convinto assertore della riforma ceciliana. Nel dicembre del 1886, 1888 e 1889 dirige proprie composizioni religiose in solenni funzioni a Casale Monferrato; nel 1889 vi viene eseguita una sua nuova Messa dedicata alla regina e per la quale Umberto I lo nomina cavaliere della Corona d'Italia.
Nel 1899, per motivi di salute, si dimette da S. Celso e lascia l'insegnamento al conservatorio. Polibio muore a Milano il 21 giugno 1900. Fra i suoi allievi, oltre Tebaldini, si ricordano L. Mapelli e M.E. Bossi.

La sua vasta produzione compositiva, pubblicata da editori musicali milanesi e torinesi, giunge fino al n. d'opera 298 e comprende musica sacra, musiche per pianoforte solo, pianoforte a 4 mani, pianoforte a 8 mani, flauto e pianoforte, organo, voce e pianoforte. 


Le sue Opere Organistiche


Marcia di Vittoria

Marcia campestre


Sonata per organo in mi minore

Tempo di Sonata

Vi predomina il repertorio pianistico, basato su temi d'opera, nella massima parte destinato a principianti, spesso riunito in raccolte, come L'aprile delle giovani pianiste, Op. 61, I primi albori, Op. 73, Bazar teatrale, Op. 102, Lo zodiaco musicale, Op. 119, Fioritura del pianista, Op. 126, Couronne des diamants, Op. 131, Bozzetti teatrali, Op. 140, L'Orfeo, Op. 141, Ancora del pianista, Op. 259. Le melodie, liberamente trascritte, provengono in gran parte da opere di Verdi, ma anche di Bellini, Rossini, Donizetti, Mercadante, Petrella, Cagnoni. 





Gran terzetto (Allegro)

Fantasia

Alle composizioni che utilizzano temi altrui (fra cui anche composizioni del fratello Adolfo, come Luisella, La pendule, La buena ventura) si aggiungono pezzi da salotto, per lo più in forma di danza (tarantella, valzer, schottisch, polka, galop), talvolta con titoli fantasiosi, come la raccolta Op. 203, Ricordo dell'Esposizione industriale italiana in Milano 1881, comprendente: Duomo, valzer;Galleria Vittorio Emanuele, polka; Milano, mazurka; Sempione, mazurka; Anfiteatro, galop.

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