Introduzione
Nel mondo della musica organistica, sono numerosi i maestri
che hanno segnato la storia. Tra questi ricordiamo in primis il grande Johann
Sebastian Bach, ma anche Dietrich Buxtehude, Alexander Guilmant, Cesar Franck,
Girolamo Frescobaldi e tanti altri che molto spesso vengono dimenticati e messi
da parte. Uno di questi, a mio parere davvero poco considerato, è Padre Davide
da Bergamo, che per quei pochi che lo conoscono è noto anche con il nome laico
di Felice Moretti (1791- 1863).
Le sue composizioni sono davvero straordinarie, in esse è
come se l’organo prendesse vita sottoforma di musica bandistica, quasi
marziale, dove vengono messi in evidenza prevalentemente registri di fiati,
quali il flauto, il clarinetto, il fagotto, il corno inglese ecc. Si tratta
quindi di musica gioiosa e trionfale, capace davvero di coinvolgere tutti e
davanti alla quale è impossibile voltare le spalle. E allora perchè lasciare
che questo grande maestro rimanga solo tra queste semplici righe? Il mio scopo infatti, è proprio quello di cogliere l’ occasione per far
conoscere a tutti il grande Padre Davide.
La figura di Padre Davide è davvero straordinaria, infatti,
nonostante la sua notorietà sta crescendo in questi tempi, forse alimentata
dalla massiccia campagna di restauro di strumenti storici, il frate organista
durante tutto il corso della sua carriera fu un vero e proprio divo. Con il
passare degli anni la sua fortuna però ha cominciato a decadere sempre di più,
soprattutto con la riforma della musica liturgica avuta da Pio X. La sua
riscoperta è iniziata circa una trentina di anni fa con le prime pubblicazioni
moderne di sue composizioni, fino a quando nel 2013 si è celebrato il 150° anniversario
della sua morte, un’occasione per riconsiderare una figura fondamentale della
storia della musica italiana, non meno importante dei suoi colleghi musicisti e
compositori molto più noti di lui.
I Serassi
I Serassi, provenienti da Como, sono una dinastia di organari
tra le più celebri d’Italia e d’Europa che dal 1720 al 1895 si dedica all’arte
organaria per ben sei generazioni. Il capostipite è Giuseppe che si mantiene
fedele alle caratteristiche tradizionali del Ripieno, sperimenta e perfeziona
alcune varianti di Flauti, da carattere più specifico al timbro di
Fagotto-Oboe. Egli genera sei figli, di cui tre femmine e tre maschi. Nell’educazione
particolare è la predilezione per la musica, la cultura letteraria e la
religione. La primogenita Maria Cristina è promettente cantante, mentre i tre
figli maschi diventano tutti preti. Figura di grande valore intellettuale è il
quintogenito abate Pier Antonio, ma la Fabbrica d’organi diviene celebre grazie
all’utimogenito Andrea Luigi, al quale è erroneamente attribuita l’invenzione
del Tiratutti, mentre invece può essere stato lui il perfezionatore del
Tiratutti alla lombarda. È il primo della famiglia ad utilizzare le Trombe a
squillo nel 1756. Il figlio di questi, Giuseppe II, è il più illustre esponente
della famiglia che con le sue geniali invenzioni porta l’organo italiano al massimo
sviluppo. A lui si attribuisce l’invenzione della terza mano e della quarta
mano. Per utilizzare quest’ultima, incomincia ad utilizzare le tastiere di 6
ottave. La prima ottava accoglie dodici canne di Principale 16 che, al tasto
13, diviene il normale Principale 8. Un vantaggio di tale disposizione consiste
nel permettere un’alternativa più tenue alla sonorità del Contrabasso
attraverso l’unione tasto-pedale. Si tratta dello sviluppo di una pratica che
risale alla famiglia degli Antegnati, e cioè usare le note più gravi del
Principale con la pedaliera invece che col manuale. Giuseppe II genera
quattordici figli di cui sette sopravvissuti, sei maschi e una femmina. Coloro
che continuano l’attività organaria sono: Andrea, Carlo, Alessandro, Giuseppe
III, Giacomo e Ferdinando. Essi formano la “Fraterna Serassi”, cioè vivono in
comunione domestica, lasciando il patrimonio indiviso. Tra questi è
particolarmente ricordato Carlo, anche se non è facile fare distinzioni, dato
che i loro organi sono frutto di collaborazione. Dopo la morte di Carlo e
Giuseppe III, alla direzione della Fabbrica rimane Giacomo, aiutato da tre
nipoti figli di Alessandro: Giuseppe IV, Carlo II e Vittorio. La loro epoca, se
non segna ancora il declino della dinastia, segna però un arresto sulle
posizioni acquisite dai padri. Nel 1871 infatti, la Fratelli Serassi, viene
sottoposta a procedura giudiziale di fallimento. Il figlio di Carlo II,
Ferdinando, è l’ultimo organaro della stirpe Serassi. Nel 1870 la ditta è assunta
da Giacomo Locatelli, con l’attribuzione di “Successore alla vecchia ditta
Fratelli Serassi”, ma Ferdinando continua a lavorare, firmando le sue opere fin
quasi alla vigilia della morte.
In sintesi, quindi, i Serassi si basano sulle ferree antiche
leggi familiari che valorizzano l’autorità degli anziani, il rapporto
gerarchico tra i membri e l’enorme forza derivante dalla solidarietà dei
numerosi componenti. Il loro ben meritato successo è provato da un grande
numero di pregevoli organi, dai favori dei Principi, dai prestigiosi
riconoscimenti legali e dalla celebrità in tutta Italia delle loro officine. I
Serassi hanno il solo grande torto di rimanere ancorati al sistema dei registri
spezzati e della tastiera unica. Progettano molti organi a due tastiere; sono
invece eccezione quelli a tre, anzi, quando costruiscono strumenti a tre corpi
distinti, con Grand’Organo, Organo Eco e Positivo Tergale, fanno risuonare i
registri di quest’ultimo sulla prima tastiera, come ad esempio nell’organo del
duomo Novi Ligure. Osservando superficialmente le disposizioni degli organi
Serassi, si può avere l’impressione di monotona uniformità, di una ripetizione
di schemi, di una pianificazione della fantasia su posizioni ritenute perfette
e, quindi, non aggiornabili. Invece non è così perché si nota lo studio
costante di rivedere, di modificare e possibilmente perfezionare i canoni della
progettazione e dell’esecuzione. Il caso
dei Ripieni Serassi, ad esempio, viene considerato come una specie di tabù intangibile,
i cui segreti tramandati da padre in figlio, sono scomparsi con la morte
dell’ultimo Serassi. Invece non è così perché il Ripieno Serassi non ha fatto
che evolversi nella composizione e nell’intonazione. Lo stesso discorso vale
per il Cornetto. Lo spirito del primo romanticismo è soprattutto espresso dai
Serassi con la ricchezza e la varietà dei registri di strumentazione. Nella
famiglia dei Flauti di 8 piedi, al tradizionale Traversiere si affiancano la
voluminosa Flutta aperta, il Flauto reale, il Flauto alemanno, il Flauto a
camino, gli Ottavini e i Flagioletti di 2 e 1 p., Flauto in VIII e in XII. I
registri di stretto diametro inoltre, da una timida rappresentanza di Violetta
o Viola 4 nei bassi, passano a batterie complete di Violone 8, Viola 4, Violino
8, alla Viola flebile 8 come alternativa alla seconda Voce umana. Infine ci
sono le ancie dei Serassi che sono splendide di colore e di mordente,
accuratamente costruite e magistralmente intonate.
Organo di Giacomo Serassi (1864 - 1865) presso la Basilica di San Lorenzo di Firenze
Organo Serassi di Azeglio
Organo Serassi di Occimiano
Prima formazione musicale di Padre Davide
Felice Moretti, in
religione Padre Davide da Bergamo, nasce a Zanica, a pochi chilometri da
Bergamo, il 21 gennaio 1791 da Giacomo Antonio e Teresa Bordoni.
Nel 1808 intraprende
gli studi musicali a Bergamo, dapprima con Antonio Gonzales e poi con Giovanni
Simone Mayr che aveva fondato nel 1806 le Lezioni
caritatevoli di musica, dove è compagno di studi del celebre operista
Donizetti. Organista di vari paesi della bergamasca, nel 1815 entra nel
Convento francescano di S. Maria di Campagna a Piacenza. Dopo un anno di noviziato
il 26 luglio 1819 emette i voti solenni e il 24 ottobre 1819 a Pontremoli è
ordinato sacerdote e assume il nome di Padre Davide da Bergamo. Dai primi anni
venti, comincia la sua carriera di organista, concertista e progettista di
organi.
Dal punto di vista
organologico collabora coi più grandi organari del suo tempo: Bossi, Lingiardi,
Franceschini e soprattutto i Serassi, con i quali stringe amicizia, in
particolare con Carlo. Dal punto di vista liturgico, invece, è prima organista
a Torre Boldone, poi a Zanica e a Gandino, ma è nella Basilica di Santa Maria di
Campagna a Piacenza che ottiene l’incarico per più di quarant’anni. Qui fa
costruire un meraviglioso organo proprio dai fratelli Serassi.
Inoltre, dal punto
di vista concertistico sappiamo delle sue molteplici esibizioni dal Piemonte al
Veneto. Egli, infatti, si dedica con passione alla composizione e viene
chiamato da più parti per collaudare nuovi e restaurati organi e per eseguire
il suo ormai conosciuto repertorio musicale.
Il 24 luglio 1863,
da moltissimi anni sofferente di asma, muore nel suo convento attorniato dai
suoi confratelli. Al funerale partecipano molti artisti ed una numerosa folla,
che tante volte si è commossa al suono della sua musica.
Di lui ci restano
circa 1800 composizioni organistiche e circa 6-700 composizioni vocali con
accompagnamento d’organo, nonostante umile da buon francescano qual era,
sappiamo che era solito comporre e poi distruggere le partiture delle sue
composizioni. La maggior parte delle sue musiche sono rimaste inedite ma,
qualche centinaio di pezzi, è stato pubblicato dallo stesso Padre Davide presso
gli editori Ricordi, Lucca, Vismara o Giudici & Strada tenendo sempre
presente il suo ruolo di religioso (dedica i proventi della vendita di una sua
pubblicazione all’asilo infantile di Orzinuovi).
Padre Davide nel mondo organistico
dell’epoca
Dal 1825 al 1863, Padre Davide è l’organista più celebre del
panorama musicale italiano. La sua opera è una mole impressionante di
composizioni dedicate all’organo ottocentesco. Padrone di una tecnica ferrea, è
in grado di stupire l’uditorio con le sue improvvisazioni sempre nuove. Padre
Davide non è solo un esecutore impareggiabile, con caratteristiche
particolarissime, ma è anche creatore di uno stile proprio. Infatti, possiede
una mano “netta“ e tanta di quella sicurezza che non si lascia sfuggire una
sola nota; inoltre è precisissimo nel ritmo e ha un modo così particolare di
adoperare i pedali e di combinare i registri, che cava dall’organo una forza
veramente meravigliosa. Per di più, il trillo prolungato e le caratteristiche
della quantità e qualità del
suono, sono tali da essere inimitabili.
Padre Davide, quindi, pur
assurgendo in vita ad una meritatissima fama artistica e figurando tra i più
fecondi compositori organistici italiani di tutti i tempi, non abbandona mai i
suoi rigorosi principi estetici e musicali, basati su una solidissima
formazione musicale, tecnica ed artistica che gli permettono di caratterizzare
un intero secolo di organo italiano. Purtroppo, però, molti suoi successori ed
imitatori nei decenni seguenti portano la musica organistica italiana al degrado
artistico.
La sua ordinazione sacerdotale
non gli impedisce di proseguire nell'attività artistica, anzi la favorisce
anche sotto altri aspetti. La sua fama di ottimo organista lo porta ad essere
chiamato per collaudare e provare nuovi organi, ed è qui che egli entra in
stretto contatto con i Serassi di Bergamo, con i quali stringe duratura
amicizia. Sempre nell'ambito della sua attività musicale egli conosce tutti i
maggiori organari del tempo, tra cui Lingiardi, Bossi, Bianchi, Pansera e molti
altri con cui inizia uno stretto scambio di informazioni ed opinioni. Ed è proprio
da questi rapporti che nasce quell'organo italiano ottocentesco
"operistico" che affondando le sue radici nell'organo classico, apre amplissimi
orizzonti su risorse timbriche e foniche sempre più "orchestrali" e
raggiunge, grazie a nuove invenzioni ed accorgimenti tecnici, una perfezione
tecnico-costruttiva di altissimo livello che porta alla realizzazione di
strumenti splendidi che ancora oggi testimoniano di quel grande periodo dell'arte
organaria italiana.
Padre Davide da Bergamo diviene quindi una figura centrale del panorama musicale di quell'epoca ed è a lui che si rivolgono sempre più spesso coloro che intendono farsi costruire un nuovo organo o che lo vogliono collaudare ed inaugurare. Egli coniuga la sua attività di compositore con le consulenze e con le inaugurazioni. Ed è proprio in occasione di questi concerti che il pubblico apprezza e sottolinea le sue qualità tecniche ed interpretative. Nelle cronache del tempo, Padre Davide da Bergamo viene descritto come un organista dalla tecnica solidissima e dall'assoluta padronanza dello strumento e sicuramente in questo gli hanno giovato molto, in gioventù, i caparbi ed ostinati studi dedicati alla musica di Haydn e di Mozart. Egli sfoggia inoltre un’usuale, per quei tempi, abilità nel suonare la pedaliera degli organi di quel tempo e moltissimi rimangono stupiti da come egli riesce a suonare intere linee melodiche con i pedali. A questo proposito, è proprio lui che favorisce presso i suoi amici organari l'introduzione nell'organo italiano della "nuovissima" pedaliera retta di 24 note e le sue composizioni testimoniano di quanto importante egli ritiene la pedaliera per un utilizzo anche più spiccatamente "melodico".
Padre Davide da Bergamo diviene quindi una figura centrale del panorama musicale di quell'epoca ed è a lui che si rivolgono sempre più spesso coloro che intendono farsi costruire un nuovo organo o che lo vogliono collaudare ed inaugurare. Egli coniuga la sua attività di compositore con le consulenze e con le inaugurazioni. Ed è proprio in occasione di questi concerti che il pubblico apprezza e sottolinea le sue qualità tecniche ed interpretative. Nelle cronache del tempo, Padre Davide da Bergamo viene descritto come un organista dalla tecnica solidissima e dall'assoluta padronanza dello strumento e sicuramente in questo gli hanno giovato molto, in gioventù, i caparbi ed ostinati studi dedicati alla musica di Haydn e di Mozart. Egli sfoggia inoltre un’usuale, per quei tempi, abilità nel suonare la pedaliera degli organi di quel tempo e moltissimi rimangono stupiti da come egli riesce a suonare intere linee melodiche con i pedali. A questo proposito, è proprio lui che favorisce presso i suoi amici organari l'introduzione nell'organo italiano della "nuovissima" pedaliera retta di 24 note e le sue composizioni testimoniano di quanto importante egli ritiene la pedaliera per un utilizzo anche più spiccatamente "melodico".
Nella vita di Padre Davide
da Bergamo non si contano i collaudi, le consulenze, i progetti, le
pubblicazioni ed i concerti, in cui egli sfoggia anche un'impareggiabile
abilità nelle improvvisazioni. Nei quarant'anni abbondanti della sua attività,
padre Davide è sempre una figura di spicco e di riferimento per tutti quelli
che intraprendono la carriera organistica ed organaria. Indubbiamente è uno dei
maggiori esponenti in assoluto della musica organistica italiana di tutti i
tempi. Egli è un musicista solido, completo e molto aperto a tutte le
innovazioni di un'epoca gravida di avvenimenti nefasti ma anche impregnata di un'aria
nuova, in cui si chiudono epoche che affondano le loro origini in un passato
remoto ed oscuro e si aprono anni di speranze che suscitano grandissimi
entusiasmi. Dalla sua cella monastica Padre Davide rimane pur sempre quel
Felice Moretti curioso ed appassionato di sempre nuove conoscenze musicali,
novità che egli cattura non appena possibile e che trasforma in musica. Sotto
questo aspetto egli è, in modo musicale, un cronista attento degli avvenimenti
della sua epoca e moltissimi suoi brani sono dedicati ad episodi che vengono
immortalati in diversi altri modi da scrittori, pittori e poeti. Allo stesso
modo egli immortala e tramanda ai posteri sotto forma di pagine musicali
un'intera epoca sociale, politica e culturale dell'italia: il Risorgimento. Per
tutti questi motivi, la figura di Felice Moretti deve necessariamente essere
ancora ed adeguatamente valorizzata.
Il Risorgimento in musica sugli organi Serassi
Una delle funzioni riconosciute della musica è anche quella di avvicinare gli uomini e di abbattere gli steccati fra popoli e culture.
La celeberrima dinastia organaria
dei Fratelli Serassi, originaria della zona di Como, opera per più
generazioni in tutta Italia ma soprattutto in Lombardia, Piemonte, Emilia,
Liguria costruendo strumenti di estremo interesse. Il maestoso organo della
Chiesa di S. Maria Assunta a Feletto (Torino), costruito nel 1825,
restaurato di recente secondo i più aggiornati criteri organologici, si
presenta come un autentico "monumentum" dell'arte costruttiva
italiana, con le caratteristiche precipue dello strumento a trasmissione
meccanica, luminose file di ripieno, grande abbondanza di registri molto ben
caratterizzati dal punto di vista coloristico, ance, percussioni. Un
"surrogato" chiesastico dell'orchestra o forse meglio della banda,
intendendo però la parola "surrogato" nel senso più alto e nobile del
termine, viste anche le caratteristiche di sommo artigianato della scuola
italiana che lo caratterizzano, e che sono alla base della sua indubbia
magnificenza sonora.
Tra le opere risorgimentali di Padre Davide ricordiamo "Gran Sinfonia in Re Maggiore (Le sanguinose giornate di Marzo)", ossia la Rivoluzione di Milano.
Tra le opere risorgimentali di Padre Davide ricordiamo "Gran Sinfonia in Re Maggiore (Le sanguinose giornate di Marzo)", ossia la Rivoluzione di Milano.
Le vicende
delle cinque giornate
sono raccontate da
suggestioni musicali
tanto efficaci che
riescono quasi a portare
l’uditore nel mezzo dello
scontro armato: spari,
fiamme, concitazione,
feriti, morti e, solo alla
fine, la gioia della
vittoria.
Il grandioso poema
sinfonico si apre con
scalette stizzose di
semicrome che
richiamano la raffica dei
proiettili che si risolvono
in una frase musicale fiera e pomposa, che sta quasi a indicare l’aspetto corale dell’ impresa,
l’afflato collettivo contro l’oppressore. Poi lo scontro si accende: con la modulazione della tonalità
e l’accelerazione del ritmo si arriva al culmine della battaglia: frasi musicali si susseguono come
pallottole, il pedale tuona come un cannone e l’accompagnamento concitato sibila come proiettili.
Dopo lo scontro i feriti restano a terra, alcuni sono morti (sottolineatura musicale con un
momento lirico e patetico) e in città divampa un incendio: le note ribattute del pedale stanno a
indicare le campane a martello battute a mo’ di allarme mentre la parte dei manuali si agita,
crepita e brilla come una fiamma. L’invasore è cacciato e un clima allegro comincia a diffondersi in
città: il trionfo milanese occupa l’episodio finale dell’opera, il più corposo e il più gioioso in cui
l’organo si trasforma nelle bande popolari che finalmente possono sfilare per le vie della città e
suonare di gioia. In questo episodio conclusivo si fede l’adesione accorata del compositore alla
gioia per la cacciata degli Austriaci.
Le composizioni di Padre Davide
Per quanto riguarda la sua
attività di organista, Padre Davide scrive una serie di composizioni, per la
maggior parte genericamente intitolate sinfonia o sonata, spesso con
specificata la destinazione per l'offertorio o per il postcommunio; numerose
anche le elevazioni e non mancano brani di breve respiro come i versi, o
concepiti in uno specifico schema formale come marcia, polonese, polacca,
rondò. Come si deduce dai titoli, si tratta di una produzione destinata
principalmente a commentare alcuni momenti della messa tradizionalmente
affidati all'organo, in una sorte di proprium strumentale comprendente la
sinfonia avanti la messa, l'offertorio, l'elevazione, la comunione e il postcommunio.
Tra le elevazioni ricordiamo:
- "Elevazione, cantabile affettuoso"
La sinfonia più importante di Padre Davide è "Sinfonia col tanto applaudito Inno Popolare".
La sua carriera
musicale e concertistica è già
avviata da un pezzo quando compone
uno dei brani più noti e più eseguiti di
tutta la sua produzione musicale.
Contrariamente a quanto si pensa, Padre Davide era un rivoluzionario, lo conferma il fatto che questa composizione gli è stata praticamente
commissionata per la festa di compleanno dell’Imperatore del 1845.
Tra le sonate ricordiamo "Suonatina in Do per Offertorio e Post Comunio"
Tra i numerosi versetti ricordiamo soprattutto "Versetto Solenne per organo con armonie di trombe alla tirolese":