Un altro grande compositore e operista
dell’Ottocento è Gaetano Donizetti.
Nasce a Bergamo nel 1797 e muore nel 1848. La
sua arte va considerata come il culmine della musica italiana nel suo momento
di passaggio dal tiepido iniziale romanticismo del secondo Rossini al
romanticismo appassionato o rapito che recherà i segni di Verdi. Tra le sue circa 70 opere vi sono molti capolavori come Anna Bolena, L'elisir
d'amore, Lucrezia Borgia, Lucia di Lammermoor, La favorita, La
figlia del reggimento e Don
Pasquale che contengono alcune tra le pagine più belle e appassionate del
repertorio lirico di ogni tempo.
Libretto de "La figlia del Reggimento"
Una Furtiva Lagrima, L'Elisir d'Amore
Regnava nel silenzio Lucia
Ariette
Elvida tutto cede al nemico feroce
Trillo cresciuto in Elvida
Emilia di Liverpool
Nel 1806 Gaetano viene
ammesso alle "Lezioni caritatevoli di musica" dirette e fondate da
Simone Mayr con lo scopo di poter preparare i bambini per il coro e impartire
loro delle solide basi musicali. Il ragazzo dimostra subito di essere uno
studente esuberante e particolarmente sveglio: Mayr intuisce le potenzialità
del ragazzo e decide di seguire personalmente la sua istruzione musicale in
clavicembalo e composizione.
Nel 1811
Donizetti scrive "Il Piccolo compositore di Musica" per una recita
scolastica, aiutato e corretto dall'amato insegnante che lo sosterrà per tutta
la vita e per il quale sempre nutrirà un profondo rispetto.
Nel 1815, su
raccomandazione di Mayr, Donizetti si trasferisce a Bologna per completare gli
studi con padre Stanislao Mattei, che già era stato insegnante di Rossini. Mayr
partecipa alle spese necessarie per il mantenimento del ragazzo. Con il frate
minore francescano, noto compositore e didatta, Donizetti riceve una formazione
impeccabile, anche se non riesce a legare pienamente con lui, causa il
carattere scontroso e taciturno dell'insegnante.
Negli ultimi mesi
del 1817 Gaetano ritorna a Bergamo e, grazie all'interessamento di Mayr, riesce
a firmare quasi subito un contratto per scrivere quattro opere per l'impresario
Zancla, esordendo a Venezia nel 1818 con "Enrico di Borgogna", opera
seguita nel 1819 da "Il falegname di Livonia", rappresentate entrambe
con discreto successo e nelle quali si percepisce l'inevitabile influsso - per
quell'epoca – di Gioacchino Rossini.
La sua attività
può continuare tranquillamente anche grazie al fatto che, come racconta lo
stesso compositore, riesce ad evitare il servizio militare: Marianna Pezzoli Grattaroli,
signora della ricca borghesia di Bergamo, entusiasta per le eccezionali doti
del giovane Donizetti, riesce a comprarne l'esenzione.
Nel 1822 presenta
alla Scala "Chiara e Serafina", un totale fiasco che gli chiude per
ben otto anni le porte del grande teatro milanese.
Il vero debutto
nell'opera avviene grazie al fatto che Mayr rifiuta la commissione per una
nuova opera e riesce a convincere gli organizzatori a passarla a Donizetti.
Nasce così nel 1822, al Teatro Argentina di Roma, "Zoraida di Granata",
che viene accolta con entusiasmo dal pubblico.
Esordisce a Venezia con l'opera Enrico di Borgogna, accolta con discreto successo, come pure, l'anno seguente, l'altra opera Il falegname di Livonia. A differenza di Rossini, Bellini e successivamente Verdi, i quali sapevano amministrarsi nel lavoro, Gaetano Donizetti produce di fretta, senza fare accurate scelte, seguendo ed accettando, soprattutto, i ritmi frenetici e stressanti imposti dalle condizioni della vita teatrale del tempo.
Esordisce a Venezia con l'opera Enrico di Borgogna, accolta con discreto successo, come pure, l'anno seguente, l'altra opera Il falegname di Livonia. A differenza di Rossini, Bellini e successivamente Verdi, i quali sapevano amministrarsi nel lavoro, Gaetano Donizetti produce di fretta, senza fare accurate scelte, seguendo ed accettando, soprattutto, i ritmi frenetici e stressanti imposti dalle condizioni della vita teatrale del tempo.
(Il Teatro Donizetti, costruito alla fine del Settecento ed intitolato al grande compositore bergamasco, si è sempre distinto per le produzioni liriche, tanto da venir inserito nel ristretto novero dei teatri lirici di tradizione. Oltre al DoReMix – Stagione Lirica e di Balletto, il Donizetti ospita un'affermata e seguitissima stagione di prosa e di teatro contemporaneo Altri Percorsi e numerose altre iniziative di spettacolo tra cui il Festival Bergamo Jazz e la stagione di operetta. Ospite del maggiore teatro cittadino il prestigioso Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo organizzato dall’Ente Festival Pianistico.)
Dal
1822 Donizetti si dedica interamente alla composizione, e
gli impresari cominciano a commissionargli opere, che egli scriveva una dopo
l'altra, senza quasi riposo: serie, buffe, ecc. L'abilità di Donizetti sta
nel fatto che quasi mai scende a livelli artistici improponibili, grazie al
mestiere ed alla professionalità acquisiti durante gli studi con Mayr: si
tratta di quella che viene definita la "poetica della fretta", che
farebbe sì che la fantasia creatrice, invece di essere turbata e depressa dalle
scadenze che devono essere rispettate, è solleticata, sollecitata e tenuta
sempre sotto tensione.
In
seguito Donizetti viene chiamato a insegnare il contrappunto al collegio di
musica di Napoli. Dopo il volontario ritiro dalle scene di
Rossini nel 1829 ed alla prematura e inaspettata morte di Bellini nel 1835,
Donizetti rimane l'unico grande rappresentante del melodramma italiano. Proprio
Rossini gli apre le porte dei teatri della capitale francese e invita Donizetti
a comporre nel 1835 "Marin Faliero" da rappresentare a Parigi.
Nel 1836 e nel 1837 una serie di sventure familiari
rallenta per un certo tempo la sua attività creatrice. La sua arte si riprende
poi nel 1840 con tre opere: La
figlia del reggimento, Poliuto, La favorita,
rappresentate a Parigi. I lavori seguenti, Don
Sebastiano, Caterina Cornaro, Il
duca d'Alba, affrettano col loro insuccesso la fine di Donizetti, il quale
nel 1845 viene colpito dai primi segni della
paralisi e nel 1846 della demenza. Viene riportato a
Bergamo ove termina i suoi giorni.
Oltre alle sue
numerose opere, Donizetti si dedicò anche alle composizioni organistiche. In
particolare ricordiamo tre messe, un miserere e due Ave Maria.
Messa da Requiem
Nessun commento:
Posta un commento